A Torino ho avuto la fortuna di scoprire l’abbraccio tra Arte e Cucina, in uno spazio in cui convivono una prestigiosa fondazione che espone arte moderna e uno dei migliori ristoranti della città (il 3° a voler essere precisi).

Vi sto parlando della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e del ristorante Spazio7, una magnifica realtà che è nata a Torino il 6 aprile 1995, per volontà di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, che è la presidente della fondazione.
L’intero spazio è stato progettato e realizzato da Claudio Silvestrin, celebre per avere ideato il ristorante del grattacielo londinese Shard, firmato Renzo Piano.

La mia serata speciale a Torino è iniziata quindi con una visita alla Fondazione, una delle prime private in Italia,  dove espongono artisti contemporanei internazionali.
La fondazione è un osservatorio sulle nuove tendenze artistiche e culturali e il visitatore si trova al centro di un percorso, in uno spazio riflessivo in cui può accrescere la propria conoscenza dell’arte,

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo mi ha messo a disposizione una mediatrice culturale, che mi ha sapientemente illustrato le mostre in corso, parlandomi di  ogni artista.
E’ aperta il Giovedì sera ad ingresso libero e il Venerdì, il Sabato e la Domenica.

Ma passiamo al Ristorante Spazio7, alla cui guida troviamo Emilio Re Rebaudengo, che ha aggiunto al nome Spazio il numero 7, cifra che gli porta fortuna e che lo ha sempre accompagnato nelle sue sfide.
Spazio7 è stato per me una vera ed autentica scoperta. Avevo letto qualcosa al riguardo, ma gustare la selezione che lo chef Alessandro Mecca mi ha preparato, è stata un’esperienza sensoriale unica, che a parole difficilmente riesco ad esprimere.
Sono sincera, ho avuto il piacere di cenare in alcuni ristoranti stellati, ma un “percorso culinario” così, non lo avevo mai conosciuto.
Tutto è stato perfetto:

  • L’accoglienza e il servizio: inappuntabili.
  • La sala, elegante e raffinata, arricchita dalle opere di Amedeo Martegani e dai vasi multicromatici in silicone di Alessandro Ciffo.
  • Il cibo. E’ evidente che lo chef ha una cura quasi maniacale nella ricerca delle materie prime, che in effetti sono eccellenti (una delle basi fondamentali apprese dal padre, al ristorante “Crocetta” di Torino).
    Grazie a queste Alessandro Mecca, può rielaborare le ricette della tradizione italiana, sperimentando  una loro versione contemporanea.
    Per questo ho parlato di un abbraccio tra Arte e Cucina: essere parte di uno dei centri più importanti dell’arte contemporanea, contamina, o meglio ispira, i piatti dello chef, che spesso vengono serviti su creazioni in silicone multicolor di Ciffo.
  • Il vino. Ogni piatto è stato accompagnato da un vino diverso, ad esaltare e completare il gusto di ogni pietanza.
  • Il saluto, o meglio l’arrivederci, a chi ha servito la cena e allo chef che, molto gentilmente, si è venuto a presentare.
    Davvero nulla d’altro si può aggiungere.

Non potevo non dirti che all’interno dello Spazio è possibile organizzare eventi e matrimoni...quasi quasi ci penso per le mie nozze d’argento!

Quindi mi raccomando, se vai a Torino, non perderti questo abbraccio tra Arte e Cucina.
Baci baci Gina.

 

 

 

 

 

 

 

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Blogger, Image Consultant, Fashion Stylist. Creativa, allegra ed ottimista, amo la mia famiglia e adoro la compagnia. Vivo di Moda da sempre.

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