La moda passa dalle piazze e in questi giorni uno degli argomenti più vicini alla piazza è la salute del Pianeta. Abbiamo assistito lo scorso 15 marzo al #FridaysForFuture, la manifestazione mondiale di protesta per il clima. E sono certa che anche nella moda, come nella strada, siamo di fronte ad un cambiamento. Ne avevo già parlato qui, ma ora più che mai sono sicura che questa sia la via da percorrere.

Infatti sono sempre di più i designer che si avvicinano a questa esigenza e richiesta che viene dallo street style. Durante la Fashion Week milanese, nel temporary concept store LDC (Lone Design Club, per la prima volta al di fuori del Regno Unito) ho conosciuto alcune stiliste emergenti, tutte con progetti davvero molto particolari ed interessanti, alcuni eco-friendly, qualche esempio? Te ne lascio un paio: c’è Mayamiko che crea abbigliamento con tessuti del Malawi, in collaborazione con una cooperativa locale di donne con una produzione limitata: non fanno scarti di tessuto  perchè li riutilizzano tutti, per una collezione senza tempo e senza stagionalità. E ancora la dolce Ana Gomez, fondatrice del brand Anarela, che si è trasferita in Italia per inseguire il suo sogno (e l’amore) e che crea meravigliosi kimono e capi raffinati usando tessuti preziosi da stampare con suoi disegni originali, creati utilizzando ritagli di carta: una vera poesia.

Poi ci sono designer che partono dal presupposto che gli scarti alimentari non devono essere trattati come rifiuti, ma come risorse preziose. Da qui nascono startup molto interessanti, come quella di Antonella Bellina ed Elisa Volpi dell’azienda pisana Due di Latte. Queste due giovani donne credono che il latte non sia soltanto un alimento da bere, ma anche da indossare. La fibra di latte infatti è fresca, leggera e assorbe bene il sudore. Il tutto idratando al contempo la pelle di chi la indossa, come una crema. Oltre ad essere smart, quello ottenuto dalla fibra di latte è anche un tessuto green. Viene prodotto infatti a partire dalle proteine del latte vaccino: dallo scarto della lavorazione di 6 litri di latte si può ottenere la quantità di filato necessaria per produrre un abito da sera…niente male che dici?

E un altro esempio è quello di Simona Macca con il suo Ago in un Pagliaio, di cui ti ho già parlato qui, che utilizza tessuti vintage di scarto delle seterie e dei lanifici di Como, creando abiti unici (nel vero senso della parola), abbinando con gusto e creatività le fantasie più diverse.

Come ti dicevo, sono certa che per il fashion il futuro sia qui, nella ricerca di una moda che faccia bene a chi la indossa e alla natura…perchè il benessere del nostro pianeta è anche il nostro! Baci baci Gina.

 

il futuro del fashion è green 2
Simona Macca
il futuro del fashion è green 1
Simona Macca

 

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Blogger, Image Consultant, Fashion Stylist. Creativa, allegra ed ottimista, amo la mia famiglia e adoro la compagnia. Vivo di Moda da sempre.

14 Comments

  1. This is so true! I am obsessed with sustainable fashion, and I want to embrace more people to get into it. Extremely happy you already are involved.

    http://www.SatinOfLux.com | Fashion Blog | By Desi Markova

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