C’è una prima volta per tutto, e la mia, indimenticabile, all’Opera è stata all’Arena di Verona per assistere al capolavoro di Giuseppe Verdi, il Rigoletto, in scena proprio ad agosto. Non importa quante foto o video si possano guardare, l’esperienza di sedersi sotto il cielo stellato, è qualcosa che va semplicemente vissuto. È stato il mio battesimo lirico, e l’Arena, con la sua maestosità, è stata la cornice perfetta.
L’Attesa
Arrivare a Piazza Bra mentre il sole tramonta e vedere l’anfiteatro romano illuminato, pronto ad accogliere migliaia di persone, è già uno spettacolo in sé. Ho avuto il privilegio di vivere questa serata proprio al centro della platea. Da qui si ha una visuale impareggiabile, che ti fa sentire non solo spettatore, ma quasi parte integrante del dramma che si svolge a pochi metri.
L’aria era carica di aspettativa. Quando l’orchestra ha intonato le prime, cupe, note del Preludio, il brusio si è spento. In quel momento, ho capito perché l’opera lirica in Arena è patrimonio dell’umanità.
Rigoletto: La Potenza di Verdi a Portata di Mano
Il Rigoletto è un dramma di passione, vendetta e maledizione, e la sua potenza emotiva è stata amplificata in modo esponenziale dalla vastità del palcoscenico areniano.
La produzione era visivamente sbalorditiva. Il palcoscenico era vasto, un vero e proprio fondale per le vicende del Duca, di Gilda e del povero Rigoletto. La vera sorpresa, però, è stata la percezione sonora. La forza delle voci, senza l’ausilio di microfoni, riempiva lo spazio in modo incredibile. Era come avere i cantanti lì, proprio davanti a te, capaci di proiettare il loro potere vocale superando le mura antiche e arrivando, pura, fino all’ultima fila.
Ho trattenuto il respiro durante la celeberrima aria del Duca, “La donna è mobile”, cantata con una spavalderia che risuonava in ogni angolo. E poi c’è stata lei, l’emozione pura del Duetto padre-figlia tra Rigoletto e Gilda: un momento di struggente intimità che, grazie alla mia posizione privilegiata, ho vissuto quasi in prima persona. Il baritono e il soprano sono stati incredibili nel trasmettere il dolore e l’amore filiale, facendo sentire la fragilità dei personaggi.
Oltre l’Opera: Un Ricordo Indelebile
L’esperienza in Arena è totale. È l’intervallo lunghissimo che ti permette di sgranchirti le gambe e ammirare la gente che si muove sotto le stelle; è la brezza fresca che arriva dopo il tramonto; sono le stelle che sembrano più vicine proprio sopra all’anfiteatro.
La conclusione, con la tragedia che si compie e l’ultima, disperata, esclamazione di Rigoletto, è stata seguita da un silenzio assoluto, rotto solo da un applauso fragoroso e interminabile. Non un semplice battimani, ma un’ovazione sincera, che risuonava nel cuore di Verona.
Uscire dall’Arena, camminando tra la folla, con le note ancora nelle orecchie, è stato come risvegliarsi da un sogno. La mia prima volta è stata un successo travolgente. Se non siete mai stati all’Arena, mettetelo in lista. Non si tratta solo di vedere un’opera, ma di prendere parte a una storia che si ripete da oltre 100 anni.
Concludo ringraziando Mantova Village e Arena di Verona per avermi scelto per questo fantastico progetto e ora la domanda è: quale sarà la prossima? Raccontami se ci sei stata an che tu o se vorresti andarci.
Baci, baci Gina
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