Ho conosciuto Vania Mento in vacanza e ci siamo piaciute subito. Solo qualche tempo dopo ho saputo della sua malattia, l’ENDOMETRIOSI, una malattia femminile invalidante di cui si sa ancora pochissimo.
Per questo ho deciso di darle la parola, per fare sentire la sua voce e quella di tantissime altre donne. Ti chiedo di continuare a leggere per conoscere meglio Vania e questa patologia.

G. : Vania se ti dovessi raccontare, come lo faresti ? 
V. : Quando parlo di me, divido sempre la mia vita in due parti: prima dell’endometriosi e dopo l’endometriosi. Prima ero una donna impaziente, impulsiva, frenetica. Dopo la diagnosi, il dolore, gli interventi mutilanti, la depressione per aver perso il lavoro a causa dell’insensibilità e dell’ignoranza dei miei principali, sono cambiata profondamente. Ho capito che se fossi riuscita a tirare fuori qualcosa di buono da tutta questa sofferenza, probabilmente sarei stata meglio. Quindi ho trasformato il mio dolore in qualcosa di positivo, diventando la voce di centinaia di donne affette da endometriosi. La mia vita è interamente dedicata a questo, alla sensibilizzazione nei confronti di questa patologia ancora molto sottovalutata.
Oggi mi definisco un’ “attivista” dell’endometriosi.

G. : Quando hai scoperto di avere l’endometriosi, conoscevi questa malattia ?
V. : No, non ne avevo mai sentito parlare e rimasi stupita del fatto che, pur colpendo circa tre milioni di donne in Italia, se ne parlasse, appunto, così poco. Pensai che i motivi fossero principalmente due: è una malattia femminile e colpisce una sfera molto intima, l’apparato genitale. Il mio obbiettivo è combattere questi “tabù”. Non dobbiamo vergognarci di nulla, dobbiamo imparare a parlare liberamente di ciò che riguarda la nostra intimità.

G. : Il 28 marzo è la giornata mondiale dell’ Endometriosi. Cosa succederà?
V. : Sabato 28 marzo avrebbe dovuto svolgersi, a Roma e in contemporanea con circa cinquanta capitali nel mondo, la settima Marcia Mondiale contro l’endometriosi ma, purtroppo, vista l’emergenza sanitaria causata dal corona virus, è stata rimandata a data da destinarsi.
Continueremo però con le altre iniziative, tra cui la call to action “Facciamo luce sull’endometriosi”, che consiste nell’illuminazione di giallo di vari monumenti in tutta Italia. Ad oggi siamo a circa 250 amministrazioni comunali che hanno aderito all’iniziativa. Un risultato sorprendente.
Anche decine di attività commerciali si coloreranno di giallo e distribuiranno brochures informative sull’endometriosi.
Voglio precisare che tutto questo è stato realizzato da un team di donne che non appartengono a nessuna associazione e che in poco meno di due mesi hanno dato il via ad un movimento che non ha uguali nel mondo intero. Infatti non si era mai parlato e scritto di endometriosi come in questo periodo.

G. : Anche il Castello dei Pio di Carpi, la mia città, si è tinto di giallo grazie all’impegno di una mia cara amica, Cristina Bellintani, che soffre di questa malattia.
V. : Sì, ho conosciuto Cristina grazie ai social. Anche lei ha una storia segnata dall’endometriosi e mi ha fatto un enorme piacere che sia riuscita nell’intento di illuminare di giallo il vostro bel castello, per sensibilizzare i vostri concittadini sull’argomento.

G. : Vania, qual è il tuo sogno ?
V. : Il mio sogno è che si trovi una cura per l’endometriosi, che la ricerca scientifica faccia chiarezza, che si scopra da cosa è causata. Ad oggi non ci sono certezze ma solo ipotesi.
Vorrei inoltre che tutte le donne affette da endometriosi si unissero in un’unica voce perché per troppo tempo siamo state ignorate e considerate malate di serie B. L’endometriosi è una patologia altamente invalidante e noi donne abbiamo dei diritti che non possono essere ne’ ignorati ne’ calpestati.
Come dico sempre: la voce di una è la voce di tutte ma sarà la voce di tutte che farà la differenza.

Ed io insieme a tanti altri, siamo qui per ascoltarla! Grazie della tua disponibilità! Baci baci Ginaendometriosiendometriosiendometriosi

 

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Blogger, Image Consultant, Fashion Stylist. Creativa, allegra ed ottimista, amo la mia famiglia e adoro la compagnia. Vivo di Moda da sempre.

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